Archive For The “Cultura” Category

Siamo quasi a Pasqua!

La Pasqua è una delle festività più importanti delle religioni cristiana ed ebraica. Il giorno di Pasqua dipende dalla luna e può variare tra i mesi di marzo ed aprile. 

La Pasqua ebraica 

Il termine Pasqua in Ebraico si dice “Pesah” che vuol dire “Passare oltre”.

La Pasqua ebraica è già festeggiata da molti secoli e ricorda la liberazione dell’antico popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto.

Si mangia per la Pasqua: 

 

Matzah, pane azzimo
Agnello
Le erbe amare
Charoset, una salsa dolciastra
Torta ai biscotti a base di frutta secca senza lievito
Buricche

La Pasqua cristiana


La Pasqua per i cristiani rappresenta il momento in cui Gesù sconfisse la morte risorgendo, ed è

importantissima nel Cristianesimo, anticipata dalla Quaresima.

I cibi tipici della Pasqua cristiana cattolica sono:

Agnello
Torta Pasqualina
Uova sode
Colomba pasquale
Pastiera napoletana
Cassata siciliana
Ciaramicola umbra

A noi ragazzi, non possiamo negarlo piace molto il Natale, ma della Pasqua apprezziamo proprio il mangiare e il fatto che venga con la bella stagione, così possiamo stare anche all’aperto e divertirci.

Claudia Micarelli & Elena Angiolillo 1C 

Read more »

Harry Potter

Harry Potter è una saga cinematografica fantasy scritta e inventata da J.K Rowling. 

Ci sono otto film che partono dall’ anno 2001 e arrivano al 2011. La saga di Harry Potter è stata la terza con più incassi di tutti i tempi.

I film sono: 

  

Harry Potter e la pietra filosofale (2001)

Harry Potter e la camera dei segreti (2002)

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004)
Harry Potter e il calice di fuoco (2005)
Harry Potter e l’ordine della fenice (2007)
Harry Potter il principe mezzosangue (2009)
Harry Potter e i doni della morte parte 1 (2010)

Harry Potter e i doni della morte parte 2 (2011)

Il racconto inizia con Harry Potter che, a 11 anni, scopre di essere orfano di due potenti maghi.

Così il giovane Harry va alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts dove scopre tutte le verità sulla sua famiglia.

La scuola di Hogwarts si divide in quattro casate:

Grifondoro
Serpeverde
Tassorosso
Corvonero

I personaggi principali della saga sono:

 

Harry Potter
Hermione Granger
Ron Weasley
Draco Malfoy
Minerva Mcgrannit
Severus Piton
Lord Voldemort
Rubeus Hagrid
Ginny Weasley

Claudia Micarelli & Elena Angiolillo 1C

Read more »

Il festival di Sanremo


Il Festival di Sanremo si svolge ogni anno al teatro Ariston di Sanremo (Liguria).
Inizierà il 1° febbraio e durerà 5 giorni, infatti la finale è attesa per sabato 5 febbraio. Il Festival
è una competizione musicale che si svolge ogni anno in Italia, nel mese di febbraio, fin dal 1951.
Partecipano cantanti, compositori, musicisti e direttori di orchestra tra i più noti in Italia. I brani in
gara vengono selezionati nei mesi prima, e durante il Festival vengono votati da giudici esperti di
musica e anche dal pubblico. Quest’anno il Festival viene presentato da Amadeus, volto noto della TV
italiana, e dal simpaticissimo Fiorello, che ci regalerà tante serate divertenti. I cantanti in gara sono
25, tra i più importanti: Mahmood, Aka 7Even, Blanco, San Giovanni, Noemi, Achille Lauro,
Emma, Giusy Ferreri, che piacciono molto ai giovani, ma ci sono anche i cantanti dei tempi passati,
come Gianni Morandi, Iva Zanicchi e Massimo Ranieri, che vinse un festival con la sua celebre
canzone “ perdere l’amore”. Il favorito per la vittoria è Mahmood.
C’è grande attesa per gli ospiti di Sanremo, che ogni hanno ci regalano un grande spettacolo sul
palco. I più importanti sono Laura Pausini, cantante famosa in tutto il mondo; Checco Zalone,
regista comico che ci farà tanto ridere, ed infine i Maneskin, vincitori l’anno scorso del Festival con
la canzone “zitti e buoni”. I Maneskin apriranno la prima serata con uno spettacolo di musica
incredibile. Il Festival è un evento molto importante in Italia, perché ormai fa parte della nostra
tradizione e cultura. Il Festival è visto in tutto il mondo e tante canzoni del Festival sono diventate
famosissime. Io lo guarderò, fatelo anche voi!!!
Paola Falone VB, primaria.

Read more »

OSSERVARE IL CIELO RISERVA SEMPRE SORPRESE – Un nuovo corpo celeste avvistato da uno studente universitario

 

di Angela Maria Trinchera, classe 5° B

Un misterioso corpo celeste è stato scoperto nella Via Lattea, a 4mila anni luce dalla Terra.

Si tratta di un “oggetto pulsante” che, grazie al suo Campo Magnetico, emette radiazioni, ruotando su se stesso tre volte l’ora. È molto diverso dalle Stelle a Neuroni, piccole e dense, che ruotano molto più velocemente. Che cosa sarà mai?

 

Questa massa celeste è stata scoperta per la prima volta da uno studente universitario australiano durante le sue ricerche per la tesi di laurea, insieme ad un gruppo di scienziati di un istituto di ricerca in astronomia. Gli scienziati si stanno confrontando, cercando ed interrogando per capire che cosa sia questo nuovo “inquilino spaziale”.

Ad oggi le ipotesi che si stanno prendendo in considerazione sono:

Ø  che sia un nuovo tipo di Stella di Neutroni;

Ø  che sia una stella che pian piano stia morendo, collassando e raffreddandosi.

Fonte: sito web https://www.askanews.it/scienza-e-innovazione/2022/01/27/scoperto-un-raro-corpo-celeste-che-ruota-tre-volte-lora-pn_20220127_00265/#:~:text=(askanews)%20%E2%80%93%20Un%20raro%2C,tre%20volte%20l’ora%2C%20con del 27 gennaio 2022

 

 

Read more »

Intervista ad un EX fumatore

DANNI E PROBLEMATICHE CHE IL FUMO ARRECA AL NOSTRO CORPO

Il fumo che origina dalla combustione incompleta del tabacco e della carta che lo avvolge, è costituito almeno da 7000 sostanze. Tra queste ci sono sostanze irritanti, monossido di carbonio e nicotina. I filtri riducono la quantità di queste sostanze che arriva nelle vie respiratorie, ma non le elimina. Le sostanze irritanti causano danni immediati alla mucosa delle vie respiratorie; la loro azione irritante provoca tosse, eccesso di muco, bronchite cronica ed enfisema. Il catrame comprende diverse sostanze che sono cancerogene. Il catrame inoltre irrita le vie respiratorie, ingiallisce i denti, contribuisce all’alito cattivo e alla sensazione di amaro in bocca. Il monossido di carbonio si lega all’emoglobina riducendo la sua capacità di trasportare l’ossigeno. Questo comporta un minore nutrimento dei tessuti. La nicotina presente nel tabacco in una percentuale che va dal 2 all’8 % non è molto tossica ma crea dipendenza. Quando arriva ai polmoni la nicotina passa nel sangue e arriva al cervello in pochi secondi. La nicotina stimola la liberazione di dopamina nel sistema nervoso e l’effetto è eccitatorio sia al livello della mente che  del corpo. Poco dopo però subentra l’effetto deprimente che spinge a fumare ancora per provare di nuovo gli effetti positivi. Con ciò si spiega la dipendenza. 

Smettere di fumare è un percorso quindi molto difficile in cui è frequente osservare queste situazioni:  

  • difficoltà a smettere 
  • frequenza di recidive 
  • alta percentuale di soggetti dipendenti 
  • valore attribuito al fumo malgrado l’evidenza dei danni. 

 Quando si cerca di smettere si manifesta una vera e propria sindrome di astinenza caratterizzata da :  

  • irritabilità e collera 
  • desiderio molto forte di fumare 
  • difficoltà di concentrazione 
  • insonnia 

 INTERVISTE…

A che età hai provato la prima sigaretta? 

A dodici anni 

Come hai iniziato? 

Con una mia compagna di classe 

Ogni quanto fumavi? 

Non tutti i giorni, un giorno si e uno no 

Quante sigarette al giorno? 

Trentacinque sigarette al giorno  

Quando hai smesso? 

Quindici anni fa 

Cosa ti ha spinto a smettere? 

Per una scommessa tra amici 

È stato difficile smettere? 

No 

Ti viene voglia di fumare? 

Si qualche volta 

A che età hai provato la prima sigaretta?

21 anni

Come hai iniziato?

Seguendo i miei amici  

Ogni quanto fumavi?

Tutti i giorni  

Quante sigarette al giorno?

10 

Quando hai smesso?

Nel 2008 quando e nata mia nipote  

Cosa ti ha spinto a smettere?

Avevo avuto dei problemi ai polmoni ed era nata mia nipote  

È stato difficile?

Si 

Ti viene voglia di fumare?

No 

 

 

Read more »

LA COLAZIONE NEL MONDO

LA COLAZIONE IN ITALIA

In Italia la colazione tipica è costituita da  pane o panini, burro marmellata, fette biscottate e biscotti, accompagnanti da caffè, latte o tè freddo.

lA COLAZIONE IN FRANCIA

Per colazione, i francesi prendono il caffè, tè, cioccolata calda o un succo di frutta. Lo accompagnano generalmente con pane e burro, croissant alla marmellata di ogni genere.

LA COLAZIONE IN GERMANIA

In Germania e’ di uso mangiare salsiccia, uova,  formaggi accompagnati da pane di tutti i tipi (nero, bianco, di segale, frumento) con marmellata, miele, formaggi, prosciutto cotto e a volte anche uova e omelette.

LA COLAZIONE IN AMERICA

La colazione americana può includere moltissimi alimenti differenti. Alcuni sono semplici ingredienti, da preparare o già pronti, altri, invece, sono vere e proprie ricette.
Carne, pesce,  uova, bacon (sottili fette di pancetta precotta) salsicce, ham: (un salume cotto da affettare piuttosto simile al prosciutto di maiale arrosto e affumicato), steak (bistecca di manzo)

LA COLAZIONE IN AUSTRALIA

Tra i cibi della colazione tipica australiana non mancano: Bacon; Uova in tutte le prepazioni; Pane e formaggi; Torrija di mais che per aspetto e sapore ricordano il pain perdu francese; Vegemite, una crema spalmabile salata ricavata dal lievito estratto durante il processo di lavorazione della birra.

LA COLAZIONE IN GIAPPONE

La colazione giapponese  è costituita da: riso bianco al vapore, verdure miste, alghe, uova, pesce, natto, ottenuto dalla fermentazione dei fagioli,  tamagoyaki cioè un’omelette giapponese che si prepara con uova, salsa di soia e zucchero e che viene cotta seguendo una tecnica tradizionale un tantino laboriosa.

LA COLAZIONE IN EGITTO

Foul Madamas è una zuppa di ceci e fave, limoni, aglio, pepe di caiamae salsa tahina (crema di sesamo). Si completa il piatto con verdure e un uovo sodo

LA COLAZIONE IN SIRIA

La tipica colazione siriana e’ formata da yogurt magro, avena o farro integrali, un frutto, qualche mandorla.

LA COLAZIONE IN VIETNAM

La colazione vietnamita è composta da una zuppa di riso e verdure chiamata Chaò Chai, profumata da diverse spezie, dai Dau Cha Quai, una sorta di grissini fritti. Il tutto accompagnato da tè o da caffè freddo. Piatto tipico del risveglio è il Pho, una zuppa di pollo o gamberi con spaghetti di riso (tipici “rice noodles”) servita in brodo caldo di carne con cipolle e germogli di soia, che va mangiata con abbondante peperoncino rosso fresco e con il lime spremuto dentro.

Articolo realizzato da: KARIM ELSAWY, FRANCESCO SARDI, LEONARDO ZAFFIRO, SOFIA PALUDI, RITA SCAFFARO, RAFFAELLA MARVELL, EDOARDO CAMPITELLI E SHADIR BELLA

Classe 2B 2020/2021 “La colazione nel mondo”

Read more »

Il nostro ambiente: l’impegno, ma soprattutto la consapevolezza sono abbastanza e faranno la differenza? La risposta possiamo darla solo noi!

 

Carlotta Palumbo

Il nostro ambiente, tanto inquinato quanto difeso, tanto modificato quanto tutelato, cosa è? La terra, l’ambiente, sono tutto ciò che ci circonda, sono la nostra casa e la nostra ragione di vita. È solo grazie al nostro pianeta che noi riusciamo a vivere nelle condizioni attuali, è grazie a lui se respiriamo, parliamo o camminiamo, in fin dei conti è da lui che siamo nati ed è da lui che dipendiamo.

Con il tempo l’uomo si è preso sempre più libertà pensando che, forse, un modo per controllare un’entità così grande come la Terra, ci fosse.  Con queste convinzioni si è diffuso il pensiero che fosse possibile sfruttarla, che, anzi, l’uomo ormai era diventato così intelligente da essere in grado di usufruire di tutte le risorse del pianeta senza subirne le conseguenze, perché, dopotutto, l’uomo è superiore a tutto, non è vero?
Se ci si pensa bene è un po’ come sfinire il proprio genitore abusando sempre più della sua pazienza. Secondo me è proprio così che noi umani ci siamo comportati e abbiamo ragionato. Siamo andati avanti, dapprima senza essere consapevoli dei danni che stavamo provocando, e, successivamente, abbiamo continuato nonostante, ormai, ne conoscessimo gli esiti. Ed è per questo motivo che ora più che mai la nostra generazione, la generazione di noi ragazzi, deve dire STOP a quello che, secondo me, si può considerare una forma di violenza e di sfruttamento verso il nostro pianeta. Per questo ogni parola e ogni gesto contano. Perché non dobbiamo per forza fare un discorso per farci sentire, perché, se ci crediamo veramente, basta una frase detta a noi stessi, a un amico, a un genitore, ma anche a uno sconosciuto, a invertire questo trend. Un trend che ci porterà a un futuro disastroso, o meglio, ci porterà a non averlo proprio un futuro. E perché privarci di ciò che prima di essere un diritto è una necessità? Perché costringerci a rassegnarci? Perché vietarci di concepire l’idea di un cambiamento? Solo perché tanto a governare e a risolvere I problemi ci pensano I politici, quei politici di cui ci lamentiamo tutti I giorni ma che rivestono quella carica solo perché noi abbiamo voluto che la ottenessero eleggendoli. Quei politici che pensano solo al potere, ai soldi e all’economia.
Secondo me in tutti noi, vige un po’ la convinzione che, generalizzando, non abbiamo il potere di cambiare le cose, troviamo una valvola di sfogo nel giudicare tutti coloro che ce l’hanno ma non lo applicano con le modalità giuste. Secondo me, quindi, non risolveremo un problema così grande come può essere l’inquinamento ambientale accusando tutti i potenti che purtroppo non sono riusciti a frenarlo, ma decidendo di agire personalmente e concretamente, cominciando a vedere e trattare questo problema in quanto tale, senza limitarci a parlarne passivamente perché ci sembra doveroso farlo. Io stessa quando scrivo rimango scioccata, scioccata che una ragazza come me insieme a molti altri, spero, debba risolvere un problema causato da generazioni fin troppo ambiziose e temerarie, ma dall’altro lato mi do forza perché devo farlo, perché non solo voglio un futuro per me stessa, ma lo voglio per gli altri e l’unico modo per farlo è rallentare, fermarsi e analizzare quelli che sono dati oggettivi, partire da quelli per rimediare e per non sbagliare nuovamente. Per questo nel lavoro sull’inquinamento ambientale assegnato a scuola, ho deciso di trattare di un tema di cui si discute molto poco ma che in realtà incide molto di più di quanto si pensi sul nostro pianeta e, purtroppo, è facile dedurre che non incide di certo positivamente. Si tratta dell’effetto che ha l’industria tessile, in particolare del settore della moda, sul nostro pianeta. Basti pensare che incide in ben otto campi differenti. La prima e la più urgente problematica è sicuramente rappresentata dal cambiamento climatico, infatti l’industria della moda produce una quantità esorbitante di anidride carbonica, la cui produzione, si stima, aumenterà del 60% circa nei prossimi dodici anni. È allarmante, infatti, che solo l’industria dei jeans produca il 13% delle emissioni annue totali di CO2.

La seconda problematica è lo sfruttamento e l’inquinamento delle risorse idriche. Queste risorse sono necessariamente utilizzate, a partire dall’acqua impiegata nelle piantagioni fino ad arrivare ai trattamenti dei materiali e ai lavaggi degli indumenti a casa. Ciò che più lascia interdetti è che per produrre anche solo un’unica maglietta venga impiegata la quantità d’acqua pari al fabbisogno di acqua di una persona in tre anni. Al grande impiego di questa risorsa si affianca anche lo smaltimento delle sostanze di scarto prodotte dalle industrie a scapito dell’ambiente circostante perché queste sostanze si riversano nei fiumi, nei mari e nelle acque sotterranee danneggiando anche l’uomo e gli animali.  

Il terzo problema riguarda l’inquinamento provocato dai pesticidi, in quanto essi vengono applicati in quantità elevate soprattutto in India dove sono presenti le maggiori piantagioni di cotone. In contemporanea all’utilizzo di pesticidi c’è anche un forte sfruttamento del suolo che riveste la quarta problematica. Ciò porta inevitabilmente ad una diminuzione delle risorse naturali, quinta problematica. Infatti, sia la produzione che il trasporto dei capi di abbigliamento porta ad un vasto utilizzo di combustibili fossili e della manodopera, per definizione limitati.
Solamente per produrre e trasportare i materiali per la realizzazione di un paio di jeans si passa per quattro continenti diversi. Avendo un impatto notevole e subito evidente sull’ambiente, il sesto problema è rappresentato dal fatto che, con il calo dei prezzi sui prodotti, le persone sono indotte ad acquistare sempre più abiti che vengono utilizzati per un arco di tempo molto limitato e poi messi da parte incrementando i fenomeni del consumismo e dello spreco.
Il settimo fattore è legato al benessere umano che viene compromesso dagli attuali ritmi di produzione delle industrie. L’ultimo problema, che riguarda in prima persona gli uomini e si collega al punto precedente è la cosiddetta schiavitù moderna che è rappresentata da pesanti forme di lavoro forzato, sfruttamento minorile e tratta di esseri umani. Questi fenomeni sono frequenti soprattutto in quelle che sono le industrie dei grandi brand della moda che spesso di trovano in luoghi come la Cina e il Bangladesh, dove le associazioni sindacali non sono né solide né diffuse e a nessuno importa tutelare i diritti dei lavoratori che, nella maggior parte dei casi, sono rappresentati da donne e bambini, costretti a lavorare in condizioni disagiate per ore, ricevendo un salario minore di quello che gli spetta. È proprio a questo proposito che ho letto un libro intitolato “Sulla strada di Iqbal” che parla di Iqbal Masili, il primo ragazzo sindacalista del Pakistan a lottare contro lo sfruttamento e il lavoro minorile, che fu assassinato a soli dodici anni solo perché aveva avuto il coraggio di far sentire la sua voce. Prima di morire riuscì anche a condurre un discorso all’ONU dove chiedeva la libertà, la parità e l’uguaglianza che si basano sul riconoscere le nostre differenze. Questa storia di sovrappone anche a quella di una ragazza romana della mia età, a cui è stata assegnata proprio una ricerca sull’influenza dell’industria della moda sull’ambiente, che ha reso questo libro ancora più coinvolgente. È riuscito a catapultarmi in una realtà così lontana che, affiancata alla vita quotidiana di questa ragazza, non è apparsa più tanto distante e diversa. In conclusione, qualunque tipo di sfruttamento, che sia umano o territoriale, rimane comunque un’appropriazione illegittima. In entrambi i casi è sempre l’uomo a subirne le conseguenze.  È l’uomo che sceglie di rinunciare al benessere collettivo a furia di rincorrere il proprio. È l’uomo che decide di sottomettere qualcuno o qualcosa e questo non è concepibile né da una mente umana ragionevole né dalla natura, che per millenni ha subito e che ora si sta ribellando.

 

 

 

C’è bisogno di un cambiamento, un cambiamento radicale nel nostro modo di pensare, di affrontare e vedere le cose. Perché per cambiare c’è bisogno di apertura, un’apertura completa che ci porti a una trasformazione, a una rielaborazione del passato e del presente per scrivere il futuro. Questo cambiamento però non si raggiunge solamente con il pensiero, ma con le azioni. Nel campo della moda le aziende e le industrie tessili potrebbero cambiare i propri metodi di produzione riducendo il loro impatto ecologico e rispettando i limiti, così che l’uomo possa convivere in armonia con la natura. Si punta, quindi, anche facendo riferimento ad uno dei diciassette obiettivi dell’agenda dell’ONU, a monitorare l’utilizzo di microfibre e microplastiche che vengono rilasciate in acqua e a ridurre la generazione di rifiuti chimici nel processo produttivo. Noi consumatori, invece, potremmo acquistare meno abiti o trovare modalità alternative per far sì che questi capi non vengano sprecati. Possiamo promuovere ad esempio la condivisione, lo scambio e il riciclaggio. Inoltre è un diritto del consumatore quello di essere al corrente delle problematiche legate a questo settore così da sensibilizzarlo e limitare l’acquisto esagerato e impulsivo.
Personalmente sostengo anche che ci siano innumerevoli modi per combattere questo gigantesco problema e sono certa che, in questo ultimo periodo, stanno nascendo nuove forme di lavoro che pian piano si stanno orientando verso la risoluzione dell’inquinamento ambientale e, anche se non ho ancora le idee chiare sul mio futuro e su ciò che farò, qualche volta mi lascio trasportare dall’immaginazione e penso di poter diventare un ingegnere che progetta soluzioni alternative e all’avanguardia ma sostenibili, un’attivista che combatte per il suo pianeta, una politica o giornalista impegnata in campo ecologico. Per questo interesse devo ringraziare Greta Thunberg e un libro che ho letto recentemente in inglese che racchiude tutti i suoi discorsi. Lei è stata un’ispirazione per molti ragazzi e adulti che l’hanno sostenuta, ognuno in base alle proprie possibilità. Ha parlato di inquinamento ambientale, riscaldamento globale, gas serra, scioglimento dei ghiacciai, ma anche delle plastiche presenti nei mari e nella terra. Ha parlato di tutto ciò che l’uomo modifica, ha parlato dell’enorme impronta che l’uomo inevitabilmente lascia su tutto ciò che incontra. Ma questa impronta non può e non deve essere più negativa. Non si deve pensare che l’uomo sia capace solo di danneggiare perché è, per natura, portato a vivere nella serenità alla cui base, secondo me, c’è l’equilibrio. Un equilibrio che negli anni si è perso e che ora va riconquistato. Se si agisce, i due aghi della bilancia raggiungeranno lo stesso livello. Penso che questa sia una sfida molto più grande dell’uomo ma che lui deve accettare, soprattutto quando ad essere in ballo è il nostro futuro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Read more »

L’ISTRUZIONE, UNA VIA DI SALVEZZA PER LE BAMBINE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

 

Se mi chiedessero chi è Malala Yousafzai, io probabilmente risponderei che Malala è tante cose, che Malala è tutto. Malala è coraggio e paura allo stesso tempo, Malala è forza, Malala è voce, Malala è un essere umano. Nessuno pensa veramente al significato di essere umano e personalmente non attribuirei questo termine a tutte le persone del mondo, perché essere uomo non significa automaticamente essere umani. Essere umano è sinonimo di coraggio, coraggio di immedesimarsi in qualcuno e condividerne, o meglio, capirne, anche se non la si pensa allo stesso modo, i sentimenti, i pensieri, le considerazioni e le idee, subendone le sofferenze e condividendone le gioie. 

Essere un essere umano è molto più complesso che essere un uomo. 

Malala è l’esempio più vero di quanto un uomo possa riuscire effettivamente ad essere umano. Le parole di Malala sono state così incisive nella mia vita tanto da non uscirne più. Ho preso così tanto a cuore le sue considerazioni, che ho ripensato e rimuginato su tutte le sue idee ogni sera prima di andare a dormire, ma mi sono data ben poche risposte, anzi, mi sono sentita impotente, incapace, non necessaria, rispetto a lei che così giovane ha plasmato il mondo. Io vorrei fare, vorrei fare tanto. Vorrei parlare, vorrei far sentire la mia voce, sostenere le mie idee e i miei ideali, avere dei modelli di riferimento, delle certezze e, talvolta, vorrei avere anche il coraggio di mettere in discussione ciò che secondo me non è giusto in questo mondo. Ma io la forza di Malala non ce l’ho. Ho solo una penna e un foglio davanti a me e, come lei dice, anche queste due uniche cose bastano per cambiare il mondo. E allora io ci provo, provo a combattere, ma soprattutto provo ad esprimere il più possibile quanto sia stata importante la sua, che poi solo sua non è, di battaglia. Io non riesco ad immaginare che, da qualche parte nel mondo, una ragazza apparentemente uguale a me conduca una vita completamente diversa. Quella ragazza a quest’ora non sta seduta su una sedia a scrivere un tema sotto il tetto sicuro di una scuola, bensì si ritrova schiava di una vita che non desidera, un futuro che non le spetta ma che è costretta a sopportare. È per questo tipo di ragazze che Malala parla, per quelle ragazze ormai rassegnate che pensano che un’alternativa non esista. Quelle ragazze che vivono di sottomissione, di sacrifici, di lacrime non versate, di parole non pronunciate, di desideri mai esauditi. Quelle ragazze che ora non sono su un banco di scuola a studiare, ma sono obbligate a badare ad un bambino che non erano pronte ad avere, a sistemare una casa che non possono gestire e a soddisfare i desideri di un uomo che le considera poco più di niente. Quelle ragazze vittime imminenti di abusi fisici e psicologici. Quelle ragazze sottoposte a vivere una vita più grande di loro stesse. Quelle ragazze predestinate a diventare proprietà di qualcuno indipendentemente dalla loro volontà. Quelle ragazze che ora sono rinchiuse in un luogo buio a lavorare venendo sfruttate ogni singolo secondo. Quelle ragazze che non sono mai state tali e che non avranno mai la libertà di diventare donne. Malala le ha difese queste ragazze, ha preso a cuore la storia di tutte loro accumunate da un unico punto: la privazione di un diritto primario, quello di andare a scuola. L’andare a scuola è collegato ad una serie di altre possibilità, che una ragazza può intraprendere indipendentemente da ciò che le viene imposto dalla società o dalla sua famiglia. Non voglio immaginare le potenziali ragazze che, se avessero avuto la possibilità, sarebbero potute diventare ingegneri alla NASA, chef stellate, giornaliste, astronaute, archeologhe, manager di famose aziende, zoologhe, imprenditrici, musiciste, campionesse olimpiche, modelle, attiviste, politiche e chi sa quanti altri mestieri. Probabilmente si tratta di milioni di sogni infranti che forse oggi avrebbero fatto la differenza in questo mondo, che poi alla fine tanto moderno e all’avanguardia non è, se poi le persone sono ancora private della libertà di esprimersi e di dimostrare quello che sono e ciò che aspirano ad essere. Per questo Malala è stata così importante nelle nostre vite, ha reso globale un problema che riguardava moltissimi paesi ma che nessuno prima di lei aveva avuto così tanto coraggio di argomentare, parlando all’ONU, ricevendo il premio Nobel per la pace e creando il “Malala Found”, battendosi contro i talebani che le avevano sconvolto la vita, in negativo ma anche in positivo, e le hanno permesso di diventare ciò che è oggi: una donna che lotta per permettere a tutti di avere la possibilità di diventarlo, tramite l’istruzione, che è l’unico mezzo possibile per assicurare un futuro migliore a tutte le ragazze e le bambine che arriveranno dopo di noi.

 

Carlotta Palumbo

Read more »

Scoprendo Parigi

Tempo stimato di lettura: 5 min.

Parigi è la capitale della Francia, è una delle città più importanti di Europa; la sua superficie corrisponde a 105,4 km quadrati. Centro mondiale di arte, moda, gastronomia e cultura; l’architettura urbana risalente al XIX secolo è caratterizzata dagli ampi boulevard e dalla Senna. Oltre a monumenti come la torre Eiffel e la Cattedrale gotica di Notre-Dame del XII secolo, la città è rinominata per tradizionali caffè e per i negozi di alta moda lungo la Rue du Faubourg Saint-Honoré.

Parigi è da sempre una delle mete più ambite dal turismo di tutto il mondo ed è considerata una delle città più romantiche sulla Terra. Parigi ospita molte testimonianze culturali, le più famose sono: la torre Eiffel, il Louvre, la Cattedrale di Notre-Damre de Paris, l’Arco di Trionfo, le Champs-élysées a Parigi, Disneyland, l’Opéra e il Moulin Rouge.

La torre Eiffel è il monumento più famoso di Parigi, conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Francia. La torre è alta 312,28 m e ha tre piani; è stata progettata da Stephen Sauvestre. Nel 1899 fu dipinta con 5 colori diversi, dall’arancio della base fino al giallo della cima; alla metà del Novecento fu scelto il rosso marrone, e dal 1968 il bronzo. Il colore viene steso in differenti tonalità, partendo dal basso, dalla più scura alla più chiara.

Il museo del Louvre di Parigi è uno dei più celebri musei del mondo e primo per numero di visitatori. Ospita numerose opere d’arte, tra cui la Gioconda. La Gioconda, nota anche come Monnalisa, è un dipinto a olio, su tavola di legno di pioppo; realizzata durante il Rinascimento.

Il museo del Louvre è una fortezza del XII secolo, ampliata e riformata in varie occasioni. Prima di diventare un museo, alcuni monarchi come Carlo V e Filippo II utilizzarono il palazzo come residenza reale, dove conservavano le proprie collezioni d’arte.

La Cattedrale di Notre-Dame è una delle più antiche chiese di stile gotico in Francia. è dedicata alla Vergine Maria e si trova nella Ile de la Cipé di Parigi, circondata del fiume Senna. Nel 1163 il vescovo di Parigi, Maurice de Sully, ordina la sua costruzione che fu terminata solo nel 1945. L’incendio della cattedrale è avvenuto nel 15 aprile del 2018 che ha bruciato parte del tetto.

L’arco di Trionfo (costruito tra 1806 e 1836) è un importante monumento di Parigi. Si trova alla fine del viale dei Campi Elisi, al centro di piazza della Stella (oggi chiamata “Charles de Gaulle”). Il monumento fu voluto da Napoleone Bonaparte per celebrare la vittoria nella battaglia di Austerlitz.

Le Chmps-élyseés sono stati costruiti nel 1670, hanno una lunghezza che equivale a quella di 1914 m. È uno dei più larghi e maestosi viali di Parigi. Con i suoi cinema, cafés e i negozi di lusso, è una delle strada più famose del mondo. Il nome fa riferimento ai Campi Elisi delle mitologia classica.

Disneyland Paris è un complesso turistico, situato a Marne-la-vallé, a 32 km est di Parigi, formato da due parchi a tema, Disneyland Park e Walt Disney Studios Park, un’area con ristoranti, negozi e cinema chiamata Disney Village, un campo da golf e una serie di hotel

L’Opéra national de Paris (costruito il 28 giugno 1669) è un teatro pubblico francese posto sotto la tutela del ministero della Cultura francese.

A questo titolo, l’Opéra, dispone di due sale: l’Opéra Garnier e l’Opéra Bastille.

Il Moulin Rouge situato nel famoso quartiere a luci rosse di Pigalle, è vicino a Montmartre, è uno dei più famosi locali di Parigi, inaugurato il 6 ottobre 1891 da Charls Zidler e da Josef Oller.

 Elisa Grassi e Viola Chialà

Read more »

Recensione del libro 10 piccoli indiani 

 

Il libro Dieci piccoli indiani è stato scritto da Agatha Christie ed è stato uno dei suoi capolavori. Noi abbiamo letteralmente amato questo libro trovandolo interessante, coinvolgente e pieno di colpi di scena e sorprese. Questo libro infatti parla di dieci persone totalmente estranee l’una dall’altra che sono state invitate a soggiornare in una splendida villa in un’isola senza sapere però chi fosse la persona che li ha invitati. Tutti accettano l’invito. Il padrone della villa non era sull’isola e trovarono al suo posto una poesia incorniciata e appesa sopra il camino di ogni camera da letto e sul tavolo della cucina 10 statuette. Una volta entrati nella villa gli ospiti sentirono una voce inumana che li accusava di essere tutti degli assassini. Di chi sarà la strana voce? E’ la verità sono tutti e dieci assassini? A cosa serviranno le statuette? Quali segreti si celano dentro le mura di quella villa?

Lo scoprirete solo leggendo…  

Emma&Fedrica IIB

Read more »