Archive For 23 Maggio 2019

L’11 aprile le classi seconde dell’Istituto Dino Buzzati sono partite in pullman in direzione Urbino, città dal passato e presente importante, circondata da un’imponente cinta muraria e sede di molti edifici storici. La prima tappa della visita è stata la casa natale di Raffaello Sanzio. Anche se molti ragazzi hanno raccontato di averla già visitata in passato, siamo stati comunque interessati. Colpisce al primo piano la grande sala con il soffitto a cassettoni dove sono conservate alcune copie ottocentesche di opere realizzate da Raffaello. Le classi hanno visto quasi tutte le stanze della casa tra cui quella ritenuta la stanza natale dell’ artista, dove è custodita una delle sue prime opere.
Passando per piazza della Repubblica i ragazzi sono arrivati alla seconda tappa dell’ itinerario: Palazzo Ducale. Una cosa che ha subito colpito gli alunni è la maestosità dell’edificio. Durante la visita la guida ha mostrato le opere più importanti del palazzo tra cui “la Muta”, la città ideale e la Flagellazione di Cristo di Piero Della Francesca. Terminata la visita, gli alunni hanno ammesso di essere stanchi ma contenti della visita. Successivamente sono saliti sul pullman che li ha riportati in hotel.
Sara De Simoni IIB

Le grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche situate nel comune di Genga (PU). Sono in totale un complesso di sette sale, scoperte per caso da alcuni speleologi di Ancona nel 1971. Per arrivare alla prima sala, la più grande (circa 180×120 m ) si percorre una galleria artificiale. «Siamo entrati in questa sala e sono rimasto stupito nel vederne la grandezza», afferma Lorenzo Nguyen. In questa sala si trova la stalattite più grande. Le stalattiti sono delle punte di calcare che pendono dal soffitto e si formano con il passaggio dell’ acqua che gocciola dal soffitto delle grotte.
Dopo averla attraversata siamo passati nelle altre sale, ognuna chiamata con un nome che fa riferimento alle sue caratteristiche. Abbiamo quindi attraversato la sala 200, la sala delle candeline, cosi chiamata per le piccole concrezioni che pendono dal soffitto, la sala dei pagliai, ricca di piccoli bacini d’acqua, e la sala dell’ infinito dove c’è un incrocio di una stalattite e una stalagmite che formano una colonna molto simile a un’orsa.
Abbiamo quindi ripercorso il tragitto e siamo riusciti in superficie. La visita è sembrata molto interessante ed alcuni hanno definito le grotte belle ed imponenti; qualcuno invece si è lamentato delle troppe scale.
Lorenzo Nguyen, IIB

Che tipo era al liceo?
“Ero studiosa, però lo facevo non perché mi piacesse ma perché lo dovevo fare, tipo senso del dovere e quindi studiavo anche se ero chiacchierona e giocavo anche a pallavolo.”
Cosa l’ha spinta a fare questo lavoro?
” Questo lavoro l’ho scelto perché mi piace avere a che fare con i ragazzi ”
Qual è la parte che preferisce e quella che detesta dell’ insegnamento?
” La cosa che non mi piace è avere a che fare con alcuni genitori, perché spesso sono molto polemici, non oggettivi e quindi puntano sempre il dito sul docente; la cosa che mi piace di più è vedere delle persone a cui la matematica non piace e che invece, alla fine riescono a fare alcune cose grazie a me”
Se avesse potuto intraprendere un’ altra carriera quale sarebbe stata?
” La parrucchiera ”
Quando è nata la passione per l’ insegnamento?
” Da sempre, anche quando ero al liceo, guardavo i miei professori e pensavo: chissà …”
C’ è stato un momento in cui ha pensato di lasciare l’ insegnamento?
“No, mai ”
Era brava a scuola? E soprattutto era brava in matematica?
” Ero bravissima a scuola e così anche in matematica ”
Ha mai risposto male ad un insegnante?
“Sì, penso proprio di sì al liceo, anche se non me lo ricordo nel dettaglio”
Ha mai preso una nota o un brutto voto?
” Ho preso solo un’insufficienza in diritto”
E’ mai stata bocciata?
“No, certo che no, no bocciata e no debiti”
Qual è l’ argomento che preferisce spiegare agli alunni?
“I pezzetti” (i segmenti, n.d.r.)
Vuole dire qualcosa ai suoi alunni?
“Vi voglio bene e speriamo di stare insieme anche il prossimo anno e l’ anno prossimo ancora”
Intervista realizzata da Liliana Tanner, Chiara Di Folco e Giulia Girau, I A

Un nuovo studio, non ancora pubblicato, sostiene che a largo della costa del Portogallo si sia verificata una spaccatura della placca oceanica: si tratterebbe di una zona subduzione in via di formazione, che potrebbe causare la contrazione dell’Oceano Atlantico e il conseguente avvicinamento dell’Europa all’America del nord. Per anni João Duarte, geologo marino, ha studiato la piana abissale situata al largo della costa del Portogallo. Nel 1969, questa zona è stata investita da un forte terremoto che ha fatto tremare la costa e che ha scatenato uno tsunami. Ma sarebbe stato impossibile capire da cosa fu causato limitandosi all’osservazione della superficie ampia e uniforme del fondale marino. E Davide voleva saperne sempre di più. Cinquant’anni dopo, lo studioso è riuscito a trovare la risposta: la parte inferiore della placca tettonica che si trova al largo della costa del Portogallo sembra essersi staccata dalla parte superiore e la placca oceanica nell’atto di fratturarsi potrebbe rappresentare uno dei primi stadi della contrazione dell’Oceano Atlantico, che provocherebbe l’avvicinamento dell’Europa al Canada come previsto da alcuni modelli che descrivono l’attività tettonica. Gaia Palombino, ID

1. Che tipo era al liceo?
Al liceo ero molto timida, non mi piaceva farmi notare ma andavo molto bene a scuola.
2. Cosa l’ha spinta a fare questo lavoro?
Sicuramente l’amore per la lingua e la cultura francese, perchè ho bellissimi ricordi di quando da piccola mia madre mi parlava, mi raccontava storie e mi cantava le canzoncine della buona notte in francese.
3. Qual è la parte che preferisce e quella che detesta dell’insegnamento?
La parte dell’ insegnamento che preferisco è spiegare ai ragazzi, soprattutto quando vedo che la mia spiegazione è stata compresa e mi piace l’aspetto creativo. Mentre quella che detesto è correggere i compiti e dare una valutazione.
4. Se avesse potuto intraprendere un’altra carriera,quale sarebbe stata?
Da giovane ho fatto l’interprete simultanea e ho tradotto libri. Ma quando è nata mia figlia ho smesso perchè era troppo impegnativo e dovevo stare tutta la giornata a tradurre libri e a fare l’interprete.
5.Quando è nata la sua passione per l’insegnamento?
Fin da bambina il mio sogno era fare l’insegnante: mi è sempre piaciuto spiegare e stare con i ragazzi.
6. C’è stato un momento in cui ha pensato di lasciare l’insegnamento?
Qualche volta mi capita, perchè è un lavoro molto impegnativo ma è un lavoro bellissimo e non ce ne sono uguali.
Chiara Pacenti e Valentina Fagnani, I B

La rocca di Gradara è stata costruita nel 1150 per la famiglia dei De Griffo e poi caduta nelle mani del papato. Nel XII secolo circa i Malatesta fecero costruire le due mura di cinta. Nel 1475 Galeazzo Malatesta vendette il palazzo agli Sforza, ma quando questi arrivarono Galeazzo si rifiutò di consegnare il palazzo e di restituire il denaro. Nel 1463 Sigismondo Pandolfo Malatesta venne scomunicato da papa Pio II. Finì il dominio dei Malatesta e venne assediata dai Montefeltro per conto della Chiesa e il papa la consegnò agli Sforza. Dal 1641 la città passò sotto il controllo dello Stato della Chiesa e nel 1929 la Rocca, la cinta muraria e il castello erano ridotti in rudere e la famiglia Zanvettoni la finanziò e la restaurò. Nel 1928 la Rocca fu venduta allo Stato italiano.
Claudia Salvi, II B

Il Kelp è un’alga molto importante perché oltre a essere una fonte di cibo per molti animali, fa la fotosintesi e, quando muore, le correnti oceaniche portano i suoi resti verso la riva, e questi costituiscono una barriera naturale che diminuisce la forza delle onde che si infrangono sulla costa, permettendo la proliferazione di animali e piante che altrimenti non potrebbero vivere lì.
Ha un fusto che può raggiungere i 20-30 m e presenta delle sacche, dette Aerocisti, che contengono dei gas che tengono “in piedi” l’alga, permettendole di assorbire la luce del sole. E’ molto apprezzata anche in cucina, perciò dagli anni ’50 viene anche coltivata.
Andrea Ruscillo, ID
Francesco Agostinelli, ID

La carta ha origini lontane nello spazio e nel tempo. Fu inventata dai cinesi e diffusa dagli arabi in Spagna, per poi arrivare in Italia.
Gli inventori della carta furono i cinesi, nel II sec. a. C.. Circa mille anni dopo, nell’VIII sec. d. C. anche gli arabi vennero a conoscenza dell’invenzione e la diffusero nel Mediterraneo, e quindi anche in Europa. La Spagna fu sede delle prime cartiere europee. Nel XII secolo le cartiere si diffusero anche in Italia, dove i primi artigiani fabrianesi iniziarono a produrre della carta più resistente rispetto a quella precedente.
Infatti, la carta scoperta dagli arabi mostrava dei difetti in quanto ammuffiva a causa di piccoli insetti chiamati “pesciolini d’argento” che rosicchiavano i fogli, e dunque non poteva essere utilizzata per i documenti più importanti. I fabrianesi producevano la loro carta di maggiore qualità e più costosa, sulla quale decisero di mettere il loro timbro di fabbrica, inventando così la filigrana intorno al 1200, oggi ancora usata, che impediva falsificazioni.
La produzione della filigrana si realizzava con un modulo, in legno, attraversato da tanti fili di metallo e probabilmente proprio dalla rottura di qualche filo si creò un piccolo rilievo così da creare sulla superficie più punti sottili per la minore presenza di cellulosa. Si potevano creare così simboli e iniziali o disegni.
La scoperta della carta velina si attribuisce agli inglesi e si diffuse poi anche in Francia e in Italia.
La produzione di carta si effettuava con l’utilizzo di cotone e stracci, questi ultimi resi poltiglia dall’aggiunta di acqua. Un’altra creazione fabrianese riguardava la produzione di carta con prima una gelatina vegetale e poi colle animali, ricavate da pelli, ad esempio di coniglio.
Nel 1800 fu inventato un macchinario per spalmare le colle animali e asciugare i fogli. Si passò poi ad utilizzare anche la cellulosa degli alberi, ma la qualità di carta migliore rimaneva quella prodotta con l’utilizzo del cotone. In Italia il centro di eccellenza per la produzione di carta sia album da disegno che per la filigrana utilizzata per le monete, è Fabriano.
Giulia Pascucci, II B

Questo è il primo anno che facciamo il giornalino.E’ stata un’esperienza molto bella e interessante e la consigliamo a tutti. Ad accompagnarci in questa esperienza c’è la Professoressa D’Antonio che ci sopporta\supporta sempre. Siamo due alunne della 1B e abbiamo intrapreso da poco questa esperienza unica. Di certo quando eravamo alle elementari non ci aspettavamo questa opportunità. Il giornalino consiste nello scrivere degli articoli con argomenti a nostra scelta, una volta fatto ciò la professoressa li controlla e corregge e verranno resi pubblici sul sito della scuola. I giorni in cui si svolge possono variare. C’è anche la possibilità di fare delle interviste ai vari professori, anche esse vengono pubblicate sul sito. Vorremmo continuare questa avventura anche nei prossimi anni di scuola media, ci farebbe molto piacere! Ringraziamo molto la Professoressa D’Antonio per averci accompagnato.
EMMA PELLEGRINO & FEDERICA SIMONCELLI

Martedì 21 maggio alla terza ora la professoressa è entrata in classe e ci ha chiesto se fossimo a conoscenza del fatto che un’insegnante di Palermo è stata sospesa dal servizio per quindici giorni perché accusata di non aver controllato i suoi alunni, che in un compito hanno paragonato la questione degli immigranti che non vengono fatti sbarcare in Italia, al genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Visto che alcuni di noi non sapevano nulla di questo episodio, la prof ce lo ha raccontato e poi ne abbiamo discusso insieme. Dalla discussione è emersa l’importanza del pensiero libero, che deve essere sempre stimolato a scuola dagli insegnanti; non dobbiamo avere paura di esprimere i nostri pensieri e le nostre idee. Il pensiero degli insegnanti non deve condizionare il nostro. D’altronde noi ragazzi ascoltiamo tante opinioni, quelle dei nostri amici, quelle dei nostri genitori, quelle dei nostri insegnanti e quelle dei personaggi pubblici che seguiamo sui social o in televisione. Sta a noi riflettere per capire quale secondo noi è quella più giusta.
Abbiamo quindi letto gli articoli 21 e 33 della Costituzione Italiana:
Articolo 21:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Articolo 33:
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
Questa lezione è stata fatta in numerose altre aule scolastiche di tutta Italia in questo giorno, per mostrare solidarietà alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria.
Giulia Girau, IA