Archive For 30 Maggio 2018

Durante le vacanze di Pasqua, su consiglio della professoressa Ronchetti, ho letto “L’occhio del lupo” di Daniel Pennac. E’ nato nel 1944 durante uno scalo di Casablanca. Ha vissuto per vent’anni a Bellaville, un quartiere di Parigi. E’ stato un uomo che non ha mai discriminato nessuno.
“L’occhio del lupo” fu pubblicato dalla Salami editore nel 1993, poi ci furono altre ristampe, l’ultima nel 2014. Il prezzo del libro è di 10 euro ed è giusto perchè la copertina è rigida, all’interno ci sono delle illustrazioni e poi è comunque un romanzo di un autore conosciuto, anche se le pagine sono solo 109.
Le illustrazioni sono in bianco e nero e l’autore è Paolo Cardoni. La trama non è molto avvincente. Tutto iniziò con un ragazzino, Africa, ritto davanti la gabbia di un lupo, Lupo azzurro. La scena si ripeté per molte volte, finché il lupo non decise di guardarlo negli occhi. Il lupo aveva un solo occhio perché l’aveva perso combattendo con gli uomini. Tramite lo sguardo i due riescono a comunicare telepaticamente. Si spiegheranno a vicenda le loro storie. Lupo Azzurro inizia a spiegare la sua infanzia, di quando la mamma lupa gli raccontava storie sugli uomini. Il lupo fu catturato per proteggere la sorella. Africa invece raccontò la sua avventura in Africa. Il ragazzo ebbe un’infanzia dura: prima dato ad un commerciante, poi venduto e infine accolto da una famiglia.
Il romanzo si conclude con un finale speciale, ma ve lo lascio leggere per non rovinarvi la sorpresa. Lo stile dell’autore mi è particolarmente piaciuto perché il fatto di trasmettere il linguaggio tramite lo sguardo è una forma bellissima. Nel romanzo i personaggi principali sono Africa e Lupo Azzurro. Il libro mi è piaciuto ma è un po’ lento. Racconta solo la storia dei protagonisti. E’ un libro che si legge in breve tempo. Nel complesso è un libro che va letto soprattutto per chi ama lo stile classico.
Chiara De Angelis, II A

PREMIAZIONE dell’A.M.O.P.A. per i migliori alunni di FRANCESE
Gli alunni Tommaso Pisani e Annalisa Capponi della 3 A; Costanza Falvella Capodaglio, Camilla Porzio e Michele Riverso della 3 B; Fiorenza Palmieri,
Elena Agostini, Francesco Cosimelli e Aurora Di Camillo della 3 C sono stati premiati dall’A.M.O.P.A. – Association des Membres de l’Ordre des Palmes Académiques – “per l’alto livello raggiunto nella conoscenza della lingua francese”.
La cerimonia, svoltasi il 22 maggio 2017 presso il Liceo “ Machiavelli ” di Roma, è iniziata con il caloroso saluto del Prof. Luciano Poggi, Consigliere Nazionale dell’A.M.O.P.A.
Il Prof. Poggi ha illustrato la storia delle “Palmes Académiques”, istituite da Napoleone I nel 1808, per onorare le persone che contribuiscono alla diffusione della cultura francese, residenti in Francia o all’estero.
Le Palmes Académiques sono patrocinate dal Presidente della Repubblica e dal Ministro della Pubblica Istruzione francese, rappresentato in Italia dall’Institut Français, e sono al terzo posto tra le decorazioni francesi più prestigiose. La sede principale è a Parigi.
La cerimonia si è svolta alla presenza alla presenza di M.me Anne Darmouni Attachée de coopération pour le Français dell’Institut Français di Roma.
Insieme all’attestato di merito, è stata consegnata, a tutti gli alunni premiati, una scheda di partecipazione all’estrazione di un soggiorno-studio di una settimana presso il Centre International d’Antibes, offerto dall’Institut Français.
Dopo aver ascoltato e cantato l’Inno di Mameli e la Marsigliese, gli alunni premiati hanno ricevuto una pergamena con la menzione:
“Il/elle….s’est particulièrement distingué(e) dans l’étude de la langue française ”.
I nomi degli alunni premiati sono inseriti nell’Albo d’oro, “le Tableau d’Honneur” creato dall’A.M.O.P.A. e sono trasmessi a Parigi, alla sede centrale.
Il Prof. Poggi si è congratulato con tutti gli alunni e i docenti premiati.
Ai nostri alunni per il livello di eccellenza raggiunto, vanno le congratulazioni del Dirigente Scolastico, dei docenti e di tutte le classi del nostro Istituto.

Lo scorso 24 marzo la mia classe, la 3A, insieme alla 3B, sono partite per il campo-scuola al Circolo Velico lucano di Policoro, in Basilicata. Qui abbiamo fatto delle attività di ogni tipo: canoa, orienteering, gita a Matera e molte altre. Tutto il campo è durato cinque giorni. Siamo partite alle 7:30 e dopo cinque ore di viaggio siamo arrivati a destinazione. Dopo una breve pausa abbiamo iniziato le attività. La sera potevamo divertirci con serate organizzate dagli organizzatori del campo.
Il secondo giorno, nonostante la pioggia, ci siamo molto divertiti facendo delle attività in sostituzione di quelle previste.
Il terzo giorno ci siamo recati a Matera dove, insieme ad una guida, abbiamo potuto osservare e girare per la città. Nel pomeriggio ci siamo recati ad un museo archeologico, dato il tempo non favorevole.
Il martedì abbiamo fatto un giro in bicicletta nel Bosco Pantano. Mentre il pomeriggio finalmente siamo potuti andare in mare con la barca a vela.
L’ultimo giorno abbiamo seguito una lezione di kitesurf e poi di canoa. Siamo partiti alle 15.00 e tornati a casa verso le 22.

Cara scuola Buzzati,
fra pochi giorni questi tre anni passati qui (anzi 8 considerando le elementari) diventeranno solo dei ricordi per noi alunni di terza media. Noi studenti che l’anno prossimo intraprenderemo un nuovo percorso di studi ,durante gli anni passati qui siamo cambiati in meglio e per questo dobbiamo dire grazie al corpo insegnanti che ci ha supportato per questi tre anni aiutandoci nella nostra crescita. Appena siamo arrivati in questa nuova scuola eravamo molto insicuri sulla nostra persona ma su questi dubbi ha avuto la meglio la tranquillità che ci ha trasmesso questa scuola.
In prima media abbiamo avuto l’occasione di partecipare a molte uscite didattiche, organizzate dalle nostre professoresse di lingue, le quali per questi tre anni ci hanno fatto interagire con le loro materie attraverso giochi interattivi e film in lingua originale. Uno dei ricordi che porteremo con noi alla fine di questi tre anni è il campo scuola a Barcellona che noi della 3°A e della 3°B abbiamo fatto in seconda media. Quest’esperienza è stata fantastica e ci ha fatto capire l’importanza di stare con gli amici e di rispettarsi a vicenda. Un’altra esperienza che ci rimarrà in presso per tutta la vita è stato il campo scuola al circolo velico lucano delle classi 3°A e 3°B e il campo scuola a Firenze delle classi 3°C e 3°D.
Queste e molte altre esperienze ci hanno portato ad essere quelli che siamo oggi e il gruppo che si è formato in questi tre anni speriamo che possa durare per tutta la vita.
Quindi noi alunni di terza media vogliamo dire grazie alla nostra scuola che ci ha fatto passare tre anni fatti di paura, tristezza, allegria e felicità.
Giacomelli Martina
Silvia Rinieri

Uno dei ” best delegate” dell’IMUN 2018 è un alunno della nostra scuola: Edoardo Barbati. L’ IMUN è una simulazione dei lavori delle Nazioni Unite. Due alunni dell’Istituto hanno partecipato, Giulia Pascucci ed Edoardo Barbati, che è stato nominato best delegate 2018. Lo abbiamo intervistato per voi:
1.Come è stato partecipare?
” Molto bello, perchè facendo varie lezioni ho imparato cosa sono le United Nations.”
2.E’ stato difficile?
” All’ inizio pareva la cosa più difficile di tutte ma poi mentre scrivevo la mia soluzione per il problema che ci avevano assegnato, cioè le bombe biologiche, mi sono reso conto che se avessi messo il giusto impegno niente sarebbe stato difficile.”
3.Come ti sei sentito quando sei stato nominato best delegate?
” Appena ho sentito il mio nome sono impazzito dalla gioia!”
4. Descrivi la tua esperienza in tre parole
” Fantastico, Emozionante,Bellissimo”
Francesco Di Paola

Quali sono i film più famosi del mondo? Perché alla gente piacciono?
I film che oggi piacciono alla gente sono tutti girati da registi famosi e con un cast veramente spaziale.
AVATAR
Girato nel 2009 da James Cameron è un film di fantascienza, ambientato nel 2154. Narra la spedizione umana su Pandora, luna abitata dai na,vi. Ha incassato quasi 3 miliardi di dollari risultando il film con maggiore incasso nella storia del cinema! Ha un budget di produzione di quasi 240 milioni di dollari.
TITANIC
Girato nel 1997 dallo stesso Cameron è un film drammatico che racconta la storia d’amore di due amanti e la successiva tragedia. Ha incassato più di 2 millardi di dollari ed è stato l’unico a superare tale cifra prima degli anni 2000. I costi di produzione furono 200 milioni di dollari.
STAR WARS
Forse la saga più famosa di sempre, ideata da George Lucas che ne registrò anche i primi sei film, racconta la guerra tra l’Impero e l’Alleanza ribelle. Pura fantascienza, la saga è composta da 8 film e il nono uscirà nel 2019.
TRILOGIA PREQUEL
La Minaccia Fantasma (1999) incasso: circa 1 miliardo $
L’attacco dei cloni (2002) incasso: circa 650 milioni $
La vendetta dei sith (2005) incasso: circa 850 milioni $
TRILOGIA ORIGINALE
Una nuova speranza (1977) incasso: 775 milioni $
L’impero colpisce ancora (1980) incasso: 550 milioni $
Il ritorno dello jedi (1983) incasso: 475 milioni di $
TRILOGIA SEQUEL
Il risveglio della forza (2005) incasso: 2 miliardi $
L’ultimo Jedi (2017) incassi: 1.3 miliardi $
IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Trilogia diretta da Peter Jackson, narra le vicende della Compagnia dell’anello contro Sauron per distruggere l’Unico anello. I film sono i più lunghi come durata nella storia del cinema.
E’ composta da:
LA COMPAGNIA DELL’ ANELLO
LE DUE TORRI
IL RITORNO DEL RE
LO HOBBIT
Altra trilogia di Jackson, racconta di 13 nani, Gandalf e Bilbo Baggins partiti per riconquistare il tesoro dei nani catturato dal drago Smaug.
E’ stata la saga più costosa della storia del cinema. E’ composta da :
UN VIAGGIO INASPETTATO
LA DESOLAZIONE DI SMAUG
LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE
HARRY POTTER
Basata sulla saga di J.K.Rowling, è una saga composta da 8 film, registrati da registi diversi e racconta le vicende di Harry Potter e negli ultimi, la guerra contro Voldermort. E’ composta da.:
LA PIETRA FILOSOFALE
LA CAMERA DEI SEGRETI
IL PRIGIONIERO DI AZKABAN
IL CALICE DI FUOCO
L’ORDINE DELLA FENICE
IL PRINCIPE MEZZOSANGUE
I DONI DELLA MORTE parte 1
I DONI DELLA MORTE parte 2
Altri film molto belli sono quelli prodotti dalla MARVEL, se vi piacciono i supereroi, o il MAGO DI OZ se amate il genere fantasy.
Stefano Zanetto

Nel 1996 la Salani ha pubblicato un nuovo capolavoro di Luis Sepulveda: “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Sepulveda è nato in Cile nel 1949 e vive in Spagna, nelle Asturie. Il libro è dedicato ai suoi tre figli e al suo gatto Zorba, afflitto da una malattia che in un primo momento gli ha dato tristezza, malinconia e difficoltà nel respirare. Poco dopo si è scoperto che era stato colpito da un cancro ai polmoni e che aveva poco tempo di vita.
Nel romanzo la storia, che racconta l’amicizia tra un gatto di nome Zorba e una gabbianella di nome Fortunata, inizia con l’arrivo di una gabbiana, in fin di vita, sul balcone del gatto Zorba. Prima di morire, la gabbiana Kengah cova un uovo e fa promettere al gatto di non mangiarlo ma di avere cura del piccoletto e, alla sua nascita, di insegnargli a volare.
Zorba passa la maggior parte delle sue giornate a covare l’uovo, e quando si schiude, per mantenere le promesse, dovrà ricorrere all’aiuto di tutti i suoi amici e a quello di un uomo.
Mi è piaciuto veramente tanto questo libro, soprattutto il personaggio di Zorba, che è stato fino alla fine una mamma per Fortunata, covandola e cercando di darle tutto quello di cui aveva bisogno.
Una delle mie scene preferite è stata quella finale, dove Zorba incontra l’uomo che fa di tutto per aiutare il gatto e la gabbianella. Secondo me l’autore ha utilizzato la figura di quell’uomo per descrivere se stesso, una persona così timida e piena di talenti, quel tipo di persona che ama stare per conto proprio, ma che farebbe di tutto per aiutare chi ha bisogno. Infatti un’altra tematica del libro è il legame tra il gatto e l’uomo, la scintilla d’amore che si sprigiona tra i due. Fin dall’inizio si vedeva che sarebbe nata una grande amicizia. Mi ha anche un pò rattristato la fine del libro perché mi sarebbe tanto piaciuto che la storia fosse stata più lunga e piena di altre avventure su Zorba e Fortunata.
Penso che Luis Sepulveda sia uno scrittore fantastico: i suoi libri sono pieni di insegnamenti ed emozioni che rendono la lettura piacevole. Anche se leggo generi di libri diversi sarei molto felice di rifare questa esperienza in futuro.
Chiara Velleca, II A

Il libro “Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli 2” è un capolavoro.
Avevo già letto il primo volume in passato e trovo che Francesca Cavallo ed Elena Favilli abbiano fatto un ottimo lavoro. Il libro spiega in una pagina, con una breve biografia, la vita di cento donne che hanno segnato la storia dell’ umanità: Beatrice Vio, Mata Hari, Sofie School ed altre attiviste, politiche, sportive, spie…
Il libro costa €19,00; pubblicato nel febbraio 2018, si è rivelato un successo in tutto il mondo ed è stato tradotto in più di cinquantadue lingue.
Una delle storie, a parere mio, più affascinante, è sicuramente quella di Beatrice Vio, una schermitrice veneziana (fiorettista) che a dodici anni fu colpita da una meningite fulminante che la costrinse a rimanere in ospedale per più di cento giorni e a rinunciare a braccia e gambe. I dottori le dissero che non avrebbe più potuto praticare il suo sport, ma ma lei trovò in sè la forza che l’ha condotta a conquistare il titolo di campionessa paraolimpica e mondiale.
Un’ altra emozionante storia è quella di Sofie School, condannata a morte dai nazisti per aver incoraggiato i tedeschi a rivoltarsi contro Hitler.
Mata Hari è una spia olandese che si trasferì in Francia e lavorò per conto dei servizi segreti francesi. Per loro fece straordinarie scoperte, ma venne condannata a morte con l’accusa di essere una “doppiogiochista”, cosa non vera.
Il libro ha una copertina rigida, è pieno di illustrazioni, ci sono i ritratti caricati di tutte le donne di cui è scritta la storia.
Le pagine sono duecentosedici, ma la lettura non è particolarmente impegnativa.
Ho apprezzato molto il libro, è ben fatto, non impegnativo, ricco di informazioni, ottimo per tutte le età, per persone di ogni genere; è un po’ costoso, ma lo trovo un ottimo investimento; è anche un testo storico dal momento che racconta la storia di donne vissute in diversi periodi.
Ne consiglio vivamente la lettura!
Flavia Grassi 2A
Simone Pallante è un’alunno della classe 3B ed è il capitano della squadra di scacchi della nostra scuola. Gli abbiamo fatto alcune domande.
- Quando è nata la tua passione per gli scacchi?
“La mia passione per gli scacchi è nata in quarta elementare, perché c’era un corso a scuola: io ho provato a partecipare e mi è piaciuto.”
2. Per te è più un passatempo o giochi per raggiungere un determinato livello?
“Ovviamente gioco per raggiungere un determinato livello, che è quello di gran maestro.”
3. Come ti prepari per gare o tornei importanti?
“Mi preparo allenandomi un’ora al giorno a casa, due volte a settimana per due ore, facendo tornei quasi ogni weekend e ogni giovedì.”
4. Tre aggettivi per descrivere il gioco degli scacchi.
“Intraprendenti, logici e molto interessanti.”
5. Trovi rilassante o ti agita giocare una partita?
“Tutte e due le cose allo stesso tempo, perché quando tocca a me ho un po’ l’ansia di fare la mossa giusta, ma dopo aver mosso trovo tranquillità.”
6. Cosa preferisci e cosa detesti dello giocare a scacchi?
“La cosa che detesto è l’allenarsi intensamente, perché non mi va quasi mai. Invece mi piace molto pensare cosa fare e vincere con i miei sforzi è molto gratificante.”
7. Come ti senti durante una partita?
“Durante le partite sono in ansia, anche se quando penso di giocare una buona partita sono tranquillo. Quando invece penso di giocare male mi sento peggio.”
8. Se ti vedessi dall’esterno, ti riterresti bravo?
“Guardando gli altri e le reazioni al mio successo, sì.”
9. Pensi che sia importante il rapporto con gli altri compagni della tua squadra?
“Certamente, è la cosa più importante dato che ho fatto anche il capitano e dovevo un po’ dirigerli nel torneo.”
10. Ti sei mai demoralizzato per una sconfitta, al punto di voler smettere di giocare?
“Quasi. Una volta stavo veramente per lasciare gli scacchi, però i miei e il mio maestro mi hanno incitato e quindi ho continuato.”
11. Quali obiettivi avete già raggiunto come squadra?
“Ogni anno siamo arrivati primi alle provinciali e regionali, sia medie-grandi che medie-piccole, perché siamo due squadre. Quest’anno abbiamo raggiunto lo stesso risultato e speriamo di arrivare primi anche alle nazionali.”
12. Quali invece vi siete prefissati per il futuro?
“Arrivare primi alle nazionali.”
13. Ci racconti brevemente come è andato l’ultimo torneo?
“Nell’ultimo torneo ho vinto.”
14. E’ stato particolarmente difficile?
“Il ragazzo con cui ho giocato nell’ultima partita non era molto forte rispetto agli altri, quindi non è stato troppo difficile.”

1. Professor Battisti, che tipo era al liceo?
“Ero un ragazzino per i fatti miei e un po’ indeciso su cosa sarei diventato e con un po’ di problemi, anche se inesistenti.”
2. Cosa l’ha spinta a fare questo lavoro?
“Il pericolo disoccupazione e la mia abilità nello spiegare; forse anche il fatto che provenivo dall’università ed essendo quel mondo molto chiuso, avevo bisogno di un contatto con la realtà e mi sono orientato verso l’insegnamento”
3. Qual è la parte che preferisce e quella che detesta dell’insegnamento?
“Non esiste una polarità tra tutto bello e tutto brutto. Nell’insegnamento, come in tutti i lavori, ci sono le giornate in cui tutto va bene e quelle in cui va tutto male, in cui non riesci a fare le cose vorresti fare, a farti seguire dalla classe nel modo in cui vorresti, a insegnare le cose che tu vorresti e a non trasmettere i valori e i concetti che vorresti trasmettere. In queste giornate ti rendi conto che l’ insegnamento non è poi così fantastico. Poi ci sono le altre in cui va bene e i tuoi alunni apprendono completamente tutto ciò che vorresti e ti senti soddisfatto”
4. Se avesse potuto intraprendere un’ altra carriera, quale sarebbe stata?
“La Rockstar! ”
5. C’è stato un momento in cui ha deciso di lasciare l’insegnamento?
“Ogni santo giorno. Nessuna scelta si può mai pensare come definitiva o almeno è quello che credo io. Poi nel lavoro non si sa mai”
6. Quando è nata la sua passione per l’insegnamento?
“Mai. Non penso di essere appassionato per il lavoro ma ho la passione di maneggiare e utilizzare la conoscenza e farne qualcosa di mio”
Francesco Di Paola, Annalisa Capponi, Luna Liani